Agenda condivisa di una mamma aspirante sindaca

Ecco l’agenda tipo di una giornata di una mamma aspirante sindaca.
sindaca mamma
H. 7.00 Sveglia. Si fa per dire, lei evidentemente nella vita precedente era Batman perché è già da un po’ che canta e sprizza energia dalla culla.
H. 7.05 poppata mattutina. Momento di calma solo per noi, nel frattempo Marco mi dà un aggiornamento sulla rassegna stampa. Ormai è diventato meglio di Mentana.
H. 8.00 Davanti a un tè deteinato, 3 macine e uno yogurt, guardo il google calendar con gli impegni della giornata e resto traumatizzata.
H. 8.30 Ripresami dallo shock, spunto la lista infinita di cose di Sara da portarmi dietro che manco Mary Poppins e ci prepariamo per uscire e affrontare a testa alta la giornata.
H. 9.30 Inizia davvero il vortice. Quelle del cellulare ormai non sono notifiche ma un flusso di coscienza. Le email sono già in tripla cifra. La priorità è coordinarsi costantemente con la squadra per gestire tutto quello che succede e per fortuna stiamo funzionando alla grande. Si susseguono interviste e incontri fra una poppata e un cambio di pannolino.
H. 11.00 Se non ho impegni istituzionali, tendenzialmente, sono a qualche incontro o ai banchetti. Sembra che a Sara i mercati piacciano molto. Devo dire che anche per me sono tra i momenti preferiti. Ascoltare è la parola d’ordine. Idee, proposte per il futuro della città, qualche lamentela ma soprattutto migliaia di consigli per la bimba da parte di quel preziosissimo tesoro che sono le mamme e le nonne navigate.
H. 13.00 Poppata di metà giornata. Questi sono momenti assolutamente nostri. Non voglio inteferenze, su questo sono intransigente. Però è arrivato il momento di pranzo anche per me. Se Sara me lo permette, metto qualcosa al volo sotto i denti mentre Google e WhatsApp mi aggiornano sul mondo.
H. 15.00 Se tutto è filato liscio, Sara ha mangiato, io mi sono riposata un attimo e sono pronta per ripartire verso Via Talucchi, la sede del comitato che è a due isolati da casa e, a seconda delle giornate, Sara viene con me o sta con la nonna o col papà perché nel pomeriggio riprende il flusso di interviste, appuntamenti e incontri con i cittadini.
H. 17.00 se Sara è rimasta a casa a dormire, a questo punto già mi manca. È vero, lo ammetto, a volte è dura. Ma per questo motivo più che per la fatica.
H. 18.30 torno a casa gelosa per ogni singolo sorrisino che Sara ha dispensato a chiunque non sia la sottoscritta. A questo punto esigo un dettagliatissimo resoconto di ogni singola attività della piccola che la la nonna o il papà sono obbligati a snocciolare per filo e per segno anche se solitamente è “dormito, svegliata, cacca, pipì, pianto un po’”.
H.19.30 finito lo spupazzamento serale e recuperate le ultime cose rimaste indietro, Marco si mette ai fornelli e prapara un’ottima cenetta. In questo, lo ammetto, non c’è parità. A cucinare è molto più bravo lui.
H. 21.00 incontririunionipresentazuonipubbliche… non ci facciamo mancare niente ma Sara e Marco vengono con me. La guardo da lontano in braccio al papà. Mi sono resa conto che sono molto più tranquilla e gli incontri vanno molto meglio.
H. 23.00 a casa finalmente. Io e Marco ci mettiamo il pigiama e ci prepariamo per la notte che, sostanzialmente, significa istituire i turni di guardia.
H. 23.30 Lei indossa il costume… per Batman la giornata inizia adesso. Sì, se non si fosse capito, la notte le piace un sacco fare baldoria.
Fine della giornata.

È facile? No, assolutamente. Sono stanca? Da morire. È impossibile? Niente affatto. Non sono sola, ho tantissime energie e molta fortuna.
Questo è quello che fanno tantissime donne, spesso in condizioni molto più difficili delle mie, nonostante vivano in un mondo che da sempre gli ripete che non ce la possono fare. Un mondo che si divide in “cose importanti” e in “cose da donne”.
Beh, miei cari, vi dirò una cosa: pensare al futuro è una cosa da donne.
Per i nostri figli, per la nostra città.

Un abbraccio da parte mia, di Sara, Marco e di tutti quelli che mi hanno dato lo spirito per scrivervi.
Chiara

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