Lunedì prossimo il Cio, riunendosi a Losanna, deciderà quale paese fra Italia e Svezia ospiterà le olimpiadi invernali del 2026.
Come sapete, circa un anno fa, Torino si candidò, forte dell’eredità 2006.
Il Coni, però, propose una candidatura a 3 dove a Torino venivano assegnate in tutto due discipline: l’hockey maschile da disputarsi al Pala Alpitour e il pattinaggio di velocità da disputarsi all’ Oval.
Non ripercorrerò tutte le tappe, ma visto il quadro e l’incertezza sulla ripartizione degli oneri finanziari, Torino intraprese un’altra strada.
Dallo scorso settembre abbiamo impiegato tutte le nostre energie in un qualcosa di molto ambizioso e assolutamente nuovo per la città: ospitare le Atp Finals per 5 anni, evento pluriennale che ci permette di non generare nuovo debito e, soprattutto, di riutilizzare impianti già esistenti.
E, come sapete, abbiamo vinto battendo in finale Londra, Manchester, Singapore e Tokyo. Parliamo di un evento che avrà, in 5 anni, un impatto economico sulla città di Torino per oltre 500 milioni di euro e che punta a 1 milione di biglietti venduti.
Ma arriviamo al punto. Da giorni, sui giornali, si parla di un possibile rientro del Piemonte nel dossier olimpico. Vorrei provare a fare chiarezza su alcuni aspetti.
Il primo è che l’ipotesi di mettere a disposizione gli impianti in caso di assegnazione a Milano/Cortina era già stata prospettata diversi mesi fa. Nulla di nuovo, quindi.
Il secondo è che, la commissione del Cio che ha esaminato le due candidature, circa un mese fa, ha effettuato alcuni rilievi riguardo la candidatura italiana relativi alla costruzione e ai budget per la gestione post-olimpica di alcuni impianti che sarebbero stati sottostimati.
Il terzo è che nel dossier che presentammo all’epoca, era previsto, appunto, il riutilizzo di larga parte degli impianti già esistenti. Di conseguenza, in caso di assegnazione all’Italia, sarebbe naturale valutare l’opportunità di riutilizzarli, nell’ottica del recupero dell’esistente che è una linea guida dell’agenda2020 del Cio e in quella del contenimento dei costi che dovrà essere una priorità assoluta per tutti.
Colgo l’occasione, allora, per fare un grande in bocca al lupo per lunedì ai colleghi Sala e Ghedina, ma anche a Zaia e Fontana e a tutto il team che ha seguito la candidatura.
So quanto sia faticoso lavorare a un progetto ambizioso ma so anche che il duro lavoro può portare a grandi soddisfazioni.