Fondazione per la Cultura: risposta a Braccialarghe

Non serve un fondazione per sponsorizzare la cultura.

Caro Direttore,

ho letto con interesse la lettera a firma dell’Assessore Braccialarghe che avete pubblicato ieri e vi ho ritrovato, in sostanza, ciò che più volte questa Amministrazione ha sostenuto nelle risposte d’aula alle numerose nostre interpellanze con cui in questi anni abbiamo chiesto conto dell’attività della Fondazione per la Cultura.
Così mi sembra opportuno ribadire il ragionamento che ci ha condotti alle conclusioni del nostro programma presentate il 31 marzo. Il lasso temporale di cui parla l’Assessore, ossia dal 2012, sembrerebbe far cominciare dall’inizio di questo mandato le attività di ricerca di sponsorizzazioni, come se nei periodi precedenti la Città di Torino non ne avesse mai avute, o comunque avesse avuto sponsorizzazioni per importi molto ridotti. A tal proposito va ricordato che risale al 2004 l’istituzione di un ufficio interno al Comune dedicato alla ricerca e alla contrattualizzazione delle sponsorizzazioni, tanto per il periodo olimpico quanto per quello successivo: da allora fino al 2012 sono stati introitati e spesi circa 17 milioni di euro.
Occorre ricordare che le sponsorizzazioni, anche quelle attualmente gestite dalla Fondazione per la Cultura, si possono classificare in due categorie:quella relativa a fondi per i quali non è necessaria alcuna operazione di ricerca, poiché l’importo complessivo che il soggetto destina alle sponsorizzazioni è stabilito a monte da accordi societari; e quella delle sponsorizzazioni tout court, per le quali la Città, o la Fondazione per la Cultura, deve strutturare un piano di marketing e di acquisizioni, convincendo i partner dei possibili ritorni di immagine correlati agli eventi che si apprestano a sponsorizzare.
Noi crediamo fortemente nella necessità di una partnership forte con il privato e con le aziende, italiane o estere, che vogliono investire a Torino; nello stesso tempo crediamo che tanto nella Città di Torino quanto in altri Enti partecipati, come ad esempio la Fondazione Teatro Regio, esistano le professionalità e le competenze per poter ricercare le sponsorizzazioni di cui abbiamo bisogno per aumentare il perimetro dei finanziamenti alla cultura.
Ciò di cui non abbiamo bisogno è una struttura, come riteniamo sia la Fondazione per la Cultura, che in parte ha acquisito le sponsorizzazioni istituzionali della Città di Torino, precedentemente gestite dagli uffici comunali e in parte opera in concorrenza con le altre fondazioni culturali, Regio, Stabile, Fondazione per il Libro, che svolgono quotidianamente un ottimo lavoro.
Non si tratta quindi di sopprimerne la funzione, ma di ottimizzare i costi per raggiungere il medesimo fine.
Oltre a ciò vi è anche una questione di trasparenza e di controllo da parte dei cittadini, che in una gestione demandata totalmente a Enti esterni, di norma è difficoltosa.
Torino è una Città di grandi tradizioni culturali e crediamo che sia necessario rafforzare il patrimonio esistente e dare a ciascuno, artista, associazione, ente o fondazione, la possibilità di poter esprimere il meglio per sé e per tutti noi.

Chiara Appendino

Candidata Sindaco per il Movimento Cinque Stelle

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Per approfondire: un articolo sulle fondazioni del “Sistema Torino”
Il video in cui parlo delle Fondazioni Culturali e Fassino mi dà della “Giovanna D’Arco”.
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