Il Regio: teatro di scontri

Sono mesi oramai che sui giornali leggiamo della vicenda del Tetro Regio, degli scontri tra l’attuale Maestro Noseda e il Sovrintendente Vergano.
Lunedì abbiamo chiesto le comunicazioni in aula del Sindaco, presidente della Fondazione Regio, per capire cosa stesse accadendo e quali fossero li intenzioni future.

L’intento del dibattito era di avviare una vera discussione sulla politica culturale di questa città e sul ruolo che il Teatro Regio deve avere. L’immagine che è stata costruita in questi anni mi sembra, a costo di essere tacciata di pessimismo, molto compromessa, basti pensare alla pessima rassegna stampa internazionale che è stata prodotta. Per non parlare della brillantezza della dichiarazione rilasciata dall’Assessore alla cultura Braccialarghe: “se Noseda se ne va ce ne faremo una ragione”. Dichiarazione che palesa il fatto che egli non abbia la benché minima percezione della gravità di ciò che è accaduto.

Le parole di Noseda nei confronti della politica culturale di questa città sono state molto pesanti: ha parlato di immobilismo culturale e incapacità decisionale. In sostanza di un Sistema che lo ha costretto ad andarsene. A queste osservazioni, nessuno ha risposto.
E le risposte ci sarebbero dovute essere, perché in verità al Consiglio,a noi consiglieri, alla Città in generale non interessano le vicende personali che riguardano la vita delle due persone coinvolte: a noi interessa che il Teatro nella sua interezza continui nella crescita che ha avuto in questi anni.

Quindi le domanda da porsi e porre al Sindaco sono: possiamo costruire un futuro per il nostro teatro partendo da questi due attori? La risposta mi sembra tanto semplice quanto evidente: NO! Non possiamo perché ormai il clima di lavoro è totalmente compromesso; non possiamo perché dopo 15 anni del medesimo sovrintendente è ora di rinnovare.

Abbiamo quindi chiesto al Sindaco, per una volta, di non mettere l’ennesimo taccone, di non fare come in tante altre situazioni nelle quali ha sempre deciso di non decidere, salvo quando ormai i fatti gli erano sfuggiti di mano.
Ma purtroppo, la sua decisione di mediare a tutti i costi significa non fare ciò che un Sindaco è chiamato a fare dal suo stesso ruolo: prendere una decisione nell’ottica di medio lungo termine, motivarla e seguirla perché non si può più nicchiare e rimandare a domani, è oggi che il Teatro Regio ha bisogno di fiducia per un nuovo futuro.

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