Oltre 15mila posti di lavoro in meno in 10 anni a Torino. Dal 2008 al 2018. Sono i numeri dichiarati da Gianni Cortese, segretario della Uil.
Una fotografia della realtà che deve interessare tutte e tutti.
Il lavoro come fonte di reddito è e rimane la prima chiave di accesso alla dignità, privata e sociale.
Tuttavia, se è vero che dal 2014 al 2018 il numero di disoccupati è sceso di circa 37mila unità e che proprio oggi l’ISTAT rivela un tasso di disoccupazione in calo al 10,2%, è anche vero che c’è moltissimo da fare. E lo stiamo facendo.
Il lavoro in un mondo che cambia
Diciamo le cose come stanno: per parlare di lavoro e prefigurare soluzioni strutturali è necessario essere pienamente consapevoli di come il lavoro stia cambiando e mettere in campo azioni politiche per governare questo cambiamento.
Tra questi cambiamenti non vi sono solo quelli meramente tecnici, di cui ho già parlato in diverse occasioni, ma anche – forse soprattutto – quelli relativi al suo impatto sociale e al suo valore in termini di crescita della comunità nel suo complesso.
Anche per questo le azioni della politica che interessano il lavoro non possono prescindere da un ripensamento del welfare che comprenda anche nuovi strumenti. Credo che, in questo senso, il Reddito di Cittadinanza sia una buona notizia per tutto il Paese, a cominciare dai Comuni.
Non possiamo infatti dimenticare che la povertà è ancora troppo diffusa e che è tra le prime cause di esclusione sociale.
Le Amministrazioni e la politica non possono ignorare questo fatto e devono andare ad agire proprio là dove questa piaga miete le sue vittime.
Per questo motivo abbiamo voluto, sin dal primo giorno, concentrare gli interventi di AxTO nelle periferie di Torino – fisiche ed esistenziali – portando piccoli grandi cambiamenti che permettessero una riqualificazione là dove era più urgente. Per questo motivo la spinta verso l’attrazione di imprese è per noi faro imprescindibile, perché gli investimenti portano lavoro, il lavoro porta reddito e il reddito permette di uscire da condizioni di povertà. Per questo motivo in ogni azione che portiamo avanti guardiamo in primis le ricadute economiche e sociali sul territorio.
Impresa e cultura: leve di sviluppo imprescindibili
Ne parlo dal giorno del mio insediamento e la mia Giunta si è sempre mossa su questi princìpi, individuando adattamenti a un mondo che cambia.
Tra questi la forte convinzione che le eccellenze di Torino – direttamente collegate al tema del lavoro – non possono in alcun modo essere considerate a compartimenti stagni o, peggio ancora, mutualmente escludenti.
Torino è una Città di eccellenze, nell’impresa come nella cultura. Sbaglia chi immagina Torino solo in un senso o solo nell’altro.
Il turismo e la cultura sono fondamentali e le difendiamo con forza. Le azioni portate avanti dall’Amministrazione ne sono una prova. Ma non bastano.
Serve impresa, serve la manifattura, serve l’artigianato, serve la produzione. E tutto può realizzarsi nella misura in cui il territorio saprà essere resiliente e pronto ad adattarsi per governare il cambiamento prima di farsi governare.
Il lavoro nel futuro di Torino
Voglio qui ricordare alcuni punti chiave che si collocano nella nostra visione.
Area di Crisi Complessa
Abbiamo lavorato con il Governo, nella persona del Vicepremier Luigi Di Maio, affinché le difficoltà del lavoro a Torino ottenessero, dopo tanti anni, l’attenzione che meritano. Non nascondiamo la testa sotto la sabbia, non vogliamo edulcorare ciò che non va edulcorato. Vogliamo dare alle cose il loro nome e la situazione del lavoro creatasi in questi anni ha un nome ben preciso: crisi.
Il valore di questa operazione è di 150 milioni e, accanto a leve non solo finanziarie, a Mirafiori verrà prodotta la nuova 500 elettrica.
Innovazione
Ne parliamo da quasi tre anni e continueremo a parlarne perché siamo convinti che il futuro del lavoro e del welfare passerà dalla capacità di confrontarsi con la realtà che si sta creando con le nuove tecnologie.
Proprio qualche giorno fa leggevo articoli in cui si parlava di come i robot e le macchine stiano condizionando le professioni. Queste, molto più spesso di quanto si pensi, si trasformano. Richiedono nuove competenze e nuove capacità.
Dal nostro punto di vista tutto questo deve essere visto come una nuova opportunità, specie per le nuove generazioni che si formano nei nostri poli di eccellenza come, ad esempio, Politecnico e Università degli Studi.
Per favorire questa transizione la Città ha messo in campo soluzioni pionieristiche che stanno riscuotendo interesse a livello nazionale ed europeo.
Parliamo ad esempio di Torino City Lab, ovvero le nuove politiche che trasformano la Città in un laboratorio per test a cielo aperto, dove le aziende possano insediarsi, testare e svilupparsi.
O, ancora, auto a guida autonoma, droni, 5G. Tutti elementi che aprono Torino agli investimenti e creano concrete opportunità di crescita aprendo nuove filiere produttive. Andando potenzialmente a insistere su settori in grado di migliorare concretamente la vita dei cittadini.
ATP Finals, cultura ed eventi
I grandi e piccoli appuntamenti che valorizzano la cultura di Torino sono anche e soprattutto opportunità per portare valore aggiunto al territorio, in primis in termini di economia e posti di lavoro.
Torino ha visto un +14% di arrivi in Città in due anni e, per le ATP Finals, si stima una ricaduta di 500 milioni. Tutto questo ha ripercussioni concrete sulla crescita e sul lavoro.
Concludo dicendo che questa Amministrazione si è insediata con priorità molto chiare e, tra queste, c’erano il lavoro e la povertà.
Queste priorità non sono mai cambiate e, oggi più che mai, facendo squadra con Istituzioni, imprese, e realtà del territorio, lavoriamo affinché azioni concrete possano migliorare la vita di migliaia di cittadini.