Le merendine di Pomezia e lo sconto di Torino

Ieri in aula si è dibattuto della vicenda relativa allo sconto del 18%/25% sulla retta di materne e nidi riservato a chi porta a casa prima i propri figli.

Come avevo già avuto modo di dire, sono contraria: si è già liberi di fare uscire i propri figli anticipatamente ma non trovo corretto, per questo motivo, scontare la retta.
Il rischio è che le fasce di popolazione più deboli, allettate da uno sconto cospicuo, scelgano di portare via i figli prima e questo, a mio avviso, creerebbe una discriminazione. Chi se lo può permettere potrà lasciare i figli fino alla fine, mentre chi è in difficoltà porterà a casa i bimbi prima per usufruire dello sconto.
In secondo luogo l’applicazione dello sconto del 25% avvantaggia di più le fasce ISEE più alte rispetto a quelle più basse. Assurdo.
In ultima istanza, ho il sospetto che dietro questa manovra si nascondano tagli futuri: potrebbe essere il pretesto per ridurre il servizio e il personale.

Va anche sottolineato che la linea politica attuata non è nemmeno l’applicazione di quanto il Consiglio aveva deliberato! Si prevedeva una sperimentazione e l’applicazione solo in alcuni istituti. Ma che sperimentazione è se si applica subito su tutti gli istituti e la scelta è anche vincolante?

L’assessora, invece, sostiene la scelta dicendo che questo sconto renderebbe accessibile il servizio a una fascia di popolazione più ampia. Io, però, sono dell’idea che se è questo l’obiettivo, allora è meglio rivedere le fasce isee, magari rendendo il servizio gratuito per quelle più basse.

A lato della discussione, per provare a stimolare il dibattito, ho anche sollevato un’altra questione: ricordate il polverone sollevato dai politici e dai giornali per la scelta del sindaco M5S di Pomezia di concedere uno sconto di 40 centesimi alle famiglie che davano ai figli la merendina da casa rinunciando a quella confezionata?
Zingaretti , presidente regione Lazio, parlò di “discriminazione sociale”.
Due senatori PD:fanno subire ai bambini l’esperienza più terribile: la disuguaglianza sociale”
Il capogruppo di Sel in comune: “differenziazione odiosa
Nicodemo (direzione Pd con delega Comunicazione): “vicenda Pomezia non solo triste ma sintomatica di un dato: M5S sa gridare ma a prova di governo fallisce“.
Fassino:umiliante per il bambino, è invece selezionare cosa si mette nel piatto, per cui allo stesso tavolo un bambino ha il dolce e un altro no“.

Sarebbe stato interessante capire cosa ne pensasse il principale partito di governo della città, ma nessun esponente del PD ha preso parte al dibattito in aula, nè il Sindaco, nè alcun consigliere. Non una parola, un’opinione, una posizione di difesa (o meno) in merito all’operato dell’assessora. Il nulla.
Oltre al mio intervento si sono registrati due interventi critici da consiglieri di Sel e Moderati (trovate a questo link un riassunto della discussione) ma alla fine, nonostante tutto, l’Assessora ha comunicato che intende andare avanti per la sua strada.

In questi momenti viene da chiedersi che ci stanno a fare rappresentanti eletti dai cittadini in Consiglio se tanto poi chi governa fa come gli pare.

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