Condivido volentieri la lettera del sig. Giorgio Morbello, comparsa sulle pagine de La Repubblica Torino del 28 agosto, sulla nuova pista ciclabile di via Nizza.
Sono tante le voci che chiedono di guardare i fatti in maniera oggettiva e di risparmiare allarmismi.
La pista ciclabile migliora via Nizza
Premetto che per motivi di salute non posso usare la bicicletta e che quindi mi sposto spesso in auto per la città.
Accolgo però con favore la nascita e la presenza di piste ciclabili che rendono Torino un po’ più vicina a quelle città europee che ammiriamo tanto. Le piste creano ordine, diciplinano il traffico, sono utili anche per quanti invece sono costretti a usare l’auto.
Proprio nei pressi di casa mia ne è stata inaugurata una nuova, in via Nizza. Bene.
E invece no! Questa pista ha sollevato tante polemiche.
“Si creano ingorghi al semaforo con piazza Carducci!”
“Si riducono i posti auto”
“Non c’è spazio per aprire le portiere!”
Ora, io abito proprio lì e ricordo benissimo che cosa fosse quel tratto di via Nizza prima.
Sosta selvaggia in doppia fila e code infinite all’ora di punta in direzione piazza Carducci. La mia mappa mentale di automobilista vietava categoricamente di usare quel tratto di via. Un auto per volta ci passava prima e un auto per volta ci passa ora. Code c’erano e code ci sono.
Solo che ora ci passano pure i ciclisti, cosa prima impossibile. Un povero ciclista che vuole dirigersi dal centro verso sud ha un pezzo in più di strada sicura.
È così grave?