
Entra
nel vivo il procedimento che da qui a qualche anno vedrà la completa
trasformazione delle caserme Amione – in piazza Rivoli – in una
cittadella della Pubblica Amministrazione e Dabormida – in corso Unione
Sovietica -, in un polo di funzioni terziarie legate alle forze armate
con la realizzazione, nella medesima struttura, del nuovo Museo di
Artiglieria che, in sinergia con il Museo Pietro Micca, andrà ad arricchire il patrimonio museale torinese.
La Giunta Comunale, su proposta del vicesindaco Guido Montanari, ha
approvato oggi una delibera, che se avrà il via libera dalla Sala Rossa,
darà il via al percorso di riqualificazione, dando concretezza al
protocollo d’intesa sottoscritto lo scorso fine novembre tra Comune,
Ministeri della Difesa e dei Beni culturali e Agenzia del Demanio,
conformando il Piano regolatore generale alle nuove funzioni.
Gli immobili della caserma Amione prospicienti i corsi Francia e Lecce e
le vie Brione, Rosolino Pilo e piazza Rivoli potranno ospitare
articolazioni di uffici statali – oggi distribuiti in città –,
consentendo al compendio militare in uso all’Esercito di aprirsi alla
collettività. Allo stesso tempo le funzioni legate alle Forze armate
saranno trasferite nella caserma Dabormida, in corso Unione Sovietica,
100.
Al termine della più ampia riqualificazione della caserma
Amione, finanziata dall’Agenzia del Demanio, sarà quindi attivo un
nuovo centro di servizi ai cittadini, all’interno di un comprensorio,
come è quello di piazza Rivoli, innervato dalla rete dei servizi
pubblici e della metropolitana, servito da vie di comunicazione
accessibili e da piste ciclabili, in un contesto nel quale sono ammesse
destinazioni accessorie quali attività commerciali, pubblici esercizi e
attività artigianali di servizio entro il limite previsto dalle norme
del Prg per le aree a servizi: “Si tratta di una delle più importanti
riqualificazioni urbane sul territorio considerando il riuso di edifici
pubblici esistenti, l’insediamento di servizi a supporto delle nuove
funzioni pubbliche e la riattivazione, tramite rigenerazione del tessuto
urbano, di due quadranti semicentrali– spiega il professor Montanari -.
L’intero complesso necessita di una visione urbanistica organica, con
soluzioni progettuali di alta qualità architettonica, che siano in grado
di garantire la fattibilità e la coerenza degli interventi, ferme
restando la tutela e la salvaguardia degli edifici e del tessuto
consolidato circostante. L’atto approvato oggi intende delineare le
linee guida necessarie ad avviare un percorso di progettazione di
qualità”.
(Da TorinoClick) — a Torino.