Ieri, dopo la diffusione della notizia del contagio del Presidente Alberto Cirio, come da protocollo, sono stata sottoposta al tampone. È risultato negativo.
Sono passate alcune ore fra l’esecuzione del test e il responso durante le quali ho effettuato alcune riflessioni che vorrei condividere con tutti voi.
Il primo dubbio che mi è venuto è stato se avessi sempre rispettato le prescrizioni sanitarie.
Impossibile ricordarsi ogni singolo istante e ogni singolo gesto dell’ultima settimana vissuta, ma ne avevo la quasi certezza, proprio perché sono diversi giorni che presto la massima attenzione.
Forse è impossibile ridurre il rischio a zero, ma possiamo fare molto per contenerlo.
Il pensiero successivo è stato: dovessi risultare positiva, chi potrebbe essere considerato a rischio fra le persone che ho incontrato negli scorsi giorni?
E qui, la dimostrazione di come alcune decisioni che sembrano di poco conto, possano assumere successivamente grande importanza.
È l’occasione – non sono mai abbastanza – per tornare a ribadire quanto sia importante attenersi scrupolosamente alle norme che, come Istituzioni, stiamo diffondendo in ogni luogo possibile. Quelle di non frequentare luoghi affollati, di mantenere almeno un metro di distanza gli uni dagli altri, di lavarsi spesso le mani, di evitare spostamenti non necessari.
Solo qualche giorno fa vi mostravo come una usuale visita per degli auguri di compleanno potesse trasformarsi (temporaneamente) in una video chiamata.
In quel momento non era ancora arrivata la notizia del contagio del presidente Cirio e se io senza saperlo, fossi stata contagiata, avrei messo a rischio una persona molto anziana. Che, come sapete, sono le più vulnerabili.
Allo stesso modo, venerdì sera ho rinunciato a una cena a casa con amici e bambini che avevamo organizzato da tempo, proprio per evitare di esporci a una situazione potenzialmente a rischio.
Un’epidemia si contiene anche così.
Ma tornerò a fare gli auguri di persona e tornerò a organizzare le cene a casa con amici.
Noi tutti torneremo a stringere mani, ad abbracciarci a stare insieme come ci piace di più, nei luoghi che vogliamo.
Prima metteremo in pratica le prescrizioni per la lotta al Coronavirus, prima tutto questo tornerà ad essere la normalità.
Perché questo momento lo supereremo se ognuno di noi si comporterà responsabilmente.
Oggi più che mai, un dovere.