Qualcuno dirà: “sei pazza, non parlare mai di tasse, né di riscossione!”
Invece lo farò, condividendo con voi una riflessione che parte dai dati riportati da un’ottima analisi effettuata da La Stampa.
Una breve premessa sul bilancio: il Comune di Torino, nel 2019 chiude in pareggio con circa 1,2 miliardi di euro.
Nel contempo, come molti di voi sanno, ha debiti per un ammontare di circa 2,7 miliardi (3 mila euro a testa), cifra che ci rende il Comune in Italia a maggior rischio dissesto finanziario. Oltre ai debiti, però, abbiamo anche dei crediti, tecnicamente chiamati residui attivi, per circa 1 miliardo (1000 euro a testa). Di cosa si tratta? Semplicemente di denari che il Comune dovrebbe incassare e che potrebbe utilizzare per vari scopi, tra cui i servizi ai cittadini.
Questi crediti accumulatisi negli anni sono così composti
- in buona parte da sanzioni amministrative, mai riscosse, per vari motivi.
- dall’evasione della Tari.
- da mancati incassi da vendita di beni e servizi, come le mense scolastiche
- dal mancato incasso di affitti e di tassa sul suolo pubblico
- dall’evasione dell’Imu sulle seconde case e addirittura dell’Ici, finchè esistente.
Tali crediti, gravano sul bilancio di ogni anno perché la legge obbliga i comuni a istituire un fondo a copertura di probabili perdite. Si chiama “Fondo Crediti Dubbia Esigibilità” e, nel 2019, è salito da 648 a 739 milioni.
In poche parole, è un fondo che deve essere disponibile qualora il Comune non riuscisse a rientrare dei crediti che vanta. Un po’ come se voi a inizio anno aveste messo in conto di ricevere X euro da Tizio, tuttavia non siete sicuri di riceverli quindi quegli X euro li dovete mettere da parte preventivamente, sottraendoli a fondi che potreste utilizzare per fare la spesa, rifare il tetto, riparare l’auto, pagare visite mediche e così via.
È importante dunque sottolineare che questo Fondo in realtà rappresenta un doppio danno ai cittadini. Da un lato per l’ammanco in sé di risorse non recuperate, dall’altro perché quanto stanziato nel fondo non è disponibile per altre attività.
Ecco perché, quando sono stata eletta sindaca, dall’analisi della situazione di bilancio, per certi versi drammatica, insieme all’assessore al bilancio, Sergio Rolando, abbiamo sentito il dovere morale di provare a cambiare le cose e abbiamo incaricato e poi rafforzato un team dedicato per cercare di recuperare la maggior parte possibile di questi crediti che, altrimenti, avrebbero letteralmente pagato tutti i cittadini torinesi, con amari tagli di bilancio e dunque di servizi.
Accanto ai sistemi di riscossione bonaria già in essere (ad esempio le rateizzazioni) abbiamo incrementato il personale addetto da 45 a 80 persone e abbiamo investito sul sistema informatico. Abbiamo poi iniziato a incrociare le banche dati.
Così, se nel 2015 il Comune incassava 118 milioni bonariamente e 43 coattivamente, nel 2019 ne ha incassati 122 bonariamente ma ben 63 coattivamente.
Si tratta di 20 milioni in più all’anno, una cifra, vi assicuro, molto importante.
Nell’immagine sotto trovate l’andamento.
Anche la metodologia di riscossione è migliorata, ed è più vicina ai cittadini, infatti le rateizzazioni sono passate da 13 mila nel 2016 a 27 mila nel 2019, segno tangibile della volontà di andare incontro a chi è in difficoltà.
Molti di voi diranno che questa “battaglia” non porta consenso elettorale.
Forse è anche vero, ma non mi interessa. Non mi interessa perché la ritengo una battaglia giusta, soprattutto nei confronti di quelle persone che, facendo tantissimi sforzi, fanno di tutto per essere sempre in regola.
Le risorse recuperate sono risorse di tutti, che vengono spese nell’interesse di tutti. Sono risorse che vanno a finire in strade e marciapiedi rifatti, in giardinetti sistemati, erba tagliata, panchine ripristinate, assistenza ai bisognosi e tanti , tanti altri beni e servizi che il Comune offre ai propri cittadini.
Mi sono dilungata un po’ ma tenevo moltissimo a condividere con voi questa riflessione e questi risultati ottenuti con l’impegno di tante persone, che ringrazio.
Le cose, con un po’ di coraggio, possono cambiare. E lo stiamo dimostrando con i fatti..