Ieri sera su Rai 3 è andata in onda una puntata di Presa Diretta dedicata alla mobilità ciclabile dal titolo La bicicletta ci salverà.
È chiaro il senso del messaggio e – col senno di poi – neppure troppo immoderato.
Il mondo intero sta cercando il modo di risolvere il problema del traffico nelle grandi città, come abbattere l’inquinamento prodotto dalle macchine, come tornare a far vivere le città e farle diventare luoghi accoglienti e non posti dove ci si ammala.#Presadiretta pic.twitter.com/d8KJlhseQj
— Presa Diretta (@Presa_Diretta) January 8, 2018
Se da un lato abbiamo città come Copenaghen che hanno fatto della bicicletta IL mezzo di trasporto, dall’altro qui da noi la preponderanza dell’automobile è ancora sotto gli occhi di tutti.
Lassù, a oltre 1500 km di distanza e con una temperatura vicina allo zero durante tutto l’inverno il 62% delle persone utilizza solo la bicicletta per i suoi spostamenti, i bambini si portano a scuola con il cargo-bike (mezzo che utilizza regolarmente la nostra Assessora alla mobilità, Maria Lapietra) ed è assolutamente normale fare 17 km in bicicletta per raggiungere il posto di lavoro, cambiarsi, iniziare il turno e ripetere tutto al rovescio per tornare a casa.
I benefici sono quelli che tutti potete immaginare, ma li ricordo a me stessa.
Città più sicure, meno traffico, maggiore qualità urbana, persone più sane, un significativo risparmio dal punto di vista economico e minore inquinamento.
Già, soffermiamoci un momento su questo punto visto che ci tocca da molto vicino. Nella zona di Copenaghen la quantità di PM10 nell’aria si attesta sotto la soglia europea dei 50 microgrammi per metro cubo. Qui da noi invece abbiamo a che fare regolarmente con gli sforamenti di questo limite.
E vi assicuro che nella capitale danese mancano le auto, non i riscaldamenti.
“Ma loro hanno le piste ciclabili!”
Vero. E fossero solo piste ciclabili… sono vere e proprie autostrade per le biciclette.
Una cosa è emersa chiaramente secondo gli amministratori della capitale danese: prima di tutto servono le infrastrutture.
Noi siamo perfettamente d’accordo.
Senza un importante sforzo concreto da parte di chi governa non c’è sensibilizzazione che tenga. Anche perché ciò che conta è che i cittadini di Copenaghen non prendono la bici perché fa bene all’ambiente o per tenersi in forma, la prendono perché è il mezzo più veloce ed efficace per spostarsi. Punto.
La bicicletta: una nostra priorità
Abbiamo già messo in campo diverse azioni, e altre sono in arrivo.
- Nel 2017 è stata costituita la consulta per la mobilità ciclistica e la moderazione del traffico, organo del Consiglio Comunale, di forte ausilio al lavoro dell’amministrazione in termini di progettazione delle nuove opere con criteri di esperienza da parti chi facente parte della nostra comunità usa la bicicletta tutti i giorni.
- Durante il primo anno di mandato abbiamo impostato un lavoro diffuso sul territorio cittadino, al fine di infrastrutturare le strade torinesi con opere leggere ed economiche e velocemente realizzabili.
- In occasione della Settimana Europea della Mobilità Sostenibile 2017 è stato realizzato il primo percorso promiscuo automobili e biciclette, riducendo la velocità veicolare a 30km/h e di fatto creando una “via ciclabile” lunga più di 4 km che connette le principali sedi universitarie cittadine. Un’innovazione che verrà estesa ed implementata di diversi km durante il 2018.
- La direttrice numero 4 del biciplan (pista ciclabile in via Nizza) ha ricevuto nel 2017 il finanziamento PON ed ha concluso l’iter di progettazione con inizio lavori nel primo semestre del 2018.
- La rotonda di Piazza Baldissera ha visto la nascita del primo anello ciclabile realizzato con standard nordeuropei, permettendo la connessione, su via Stradella, corso Vigevano/Novara, corso Principe Oddone e prossimamente su corso Venezia, della rete delle ciclabili del centro.
- Durante l’estate 2018 verrà completato il collegamento ciclabile tra Porta Nuova e Porta Susa che vedrà inoltre la messa in sicurezza dell’attraversamento ciclabile davanti alla stazione di Porta Nuova e l’annesso collegamento stradale Corso Matteotti-Via Cavalli sarà anche ciclabile.
- Nei prossimi mesi verrà anche anche rivisto il biciplan, elaborando un progetto di ciclopolitana urbana, per rafforzare il concetto di rete e di intermodalità con il trasporto pubblico e le altre forme di mobilità, con una particolare attenzione alle intersezioni, che rappresentano da sempre i punti più critici e pericolosi.
- Si porteranno avanti le nuove progettazioni e le realizzazioni in via di sviluppo, Corso Venezia, Corso Novara, Corso Vittorio, Collegamento Politecnico sede centrale – Politecnico sede del Valentino, via Plava, via Anselmetti, per citarne alcune, ma anche i controviali con limite a 30km/h ciclabili, zone a traffico limitato (zone30 e zone20) nelle aree residenziali per sviluppare la ciclabilità in modo diffuso.
- Particolare attenzione anche al tema parcheggi, che grazie all’introduzione dei servizi di bike sharing free floating – recentemente arrivato in Città con tre operatori – assisterà ad un incremento di risorse per la creazione di parcheggi sicuri per le biciclette, in strada ma anche di parcheggi protetti in corrispondenza delle stazioni ferroviarie.
- Il bike sharing tradizionale, TOBike, aumenterà di oltre 10 stazioni la propria rete e, tramite un contributo statale, il Collegato Ambientale, sarà anche possibile rinnovare il parco di bici, con un mezzo più efficiente ed idoneo al servizio di bicicletta pubblica condivisa.
Il futuro della mobilità di Torino vedrà le due ruote come protagoniste.
La nostra visione è quella di una città dove la rete di percorsi ciclabili sia connessa e sicura, in grado di ottimizzare gli spostamenti in bici rendendoli competitivi rispetto a quelli in auto privata.
Ci stiamo lavorando dal primo giorno del nostro insediamento e non cesseremo di farlo.
2 commenti su “Ecco come vogliamo rendere Torino una città a misura di bicicletta”