Come sapete, ho sempre cercato di comunicare con tutti voi in modo diretto e sincero.
E così vorrei fare anche in questo giorno difficile.

I fatti. Il 3 giugno del 2017, durante la proiezione della finale Juventus-Real Madrid in piazza San Carlo, una banda di quattro rapinatori, armati di spray urticante, si introdusse in mezzo alla folla e lo spruzzò per rubare collane e orologi preziosi.
Questo gesto scellerato scatenò il caos che portò a molti feriti e alla morte di due persone. I quattro sono già stati condannati a 10 anni per omicidio preterintenzionale, anche in Appello.
Oggi, in un altro processo, la stessa Giudice ha condannato me (insieme ad altre 4 persone) a 1 anno e 6 mesi per una serie di reati colposi legati a quei fatti. È una decisione che accetto e rispetto, anche per il ruolo che rivesto.
La tesi dell’accusa, oggi validata in primo grado dalla Giudice, è che avrei dovuto prevedere quanto poi accaduto e, di conseguenza, annullare la proiezione della partita in piazza.
È una tesi dalla quale mi sono difesa in primo grado e che, dopo aver letto le motivazioni della sentenza con i miei legali, cercherò di ribaltare in Appello perché è evidente che, se avessi avuto gli elementi necessari per prevedere ciò che sarebbe successo, l’avrei fatto. Ma così non fu e, purtroppo, il resto è cronaca.
Non ve lo nascondo, questa tragica vicenda mi ha segnato profondamente. Quei giorni e i mesi che sono seguiti, sono stati i più difficili sia del mio mandato da sindaca sia della mia sfera privata, personale. E il dolore per quanto accaduto quella notte è ancora vivo e lo porterò sempre con me.
Con la stessa sincerità vorrei aggiungere ancora una cosa: a questi sentimenti, oggi, si somma anche una sensazione di amarezza.
Perché se è vero che la carica istituzionale che ricopro comporta indubbiamente delle responsabilità, alle quali non ho alcuna intenzione di sottrarmi, è altrettanto vero che oggi devo rispondere, in quanto sindaca, di fatti scatenati da un gesto – folle – di una banda di rapinatori.
Proprio sul difficile ruolo dei sindaci, sui rischi e sulle responsabilità a cui sono esposti, forse andrebbe aperta una sana discussione.
Concludo questo messaggio con un grazie a tutte le persone che mi sono state vicine, soprattutto in questi giorni, e ai miei legali, fiduciosa di riuscire a far valere le nostre tesi nei prossimi gradi di giudizio.
Un commento su “Tragedia di piazza San Carlo. Il mio commento alla sentenza”
Buongiorno , gentilissima Sindaca , come persona in primo luogo ma anche come imprenditrice , se sapessimo in anticipo ciò che potrebbe capitarci saremo non più persone deboli quali siamo , in ambito come persone . Purtroppo come imprenditore posso solo ricordarle che lei ricopre una carica molto alta, con tante avversità . Chiunque difronte a lei potrebbe sentirsi più grande, ma noi tutti le siamo grati in quanto nel mio piccolo sono sicura che se avesse saputo avrebbe provveduto ma con il carico che ha deciso di amministrare in una città come Torino presumo era evidente come già in molte altre realtà queste cose anche a volte più gravi succedono. Non si rammarichi il dolore e dispiacere è profondamente dentro di ogni uno di noi quelle persone non meritano di morire , ma in una realtà come la nostra Torino sarebbe potuto succedere anche in altri modi . A volte basta solo una giornata di forte pioggia e per chi attraversa un corso in maniera non sempre corretta non riesce a rientrare a casa. Noi le siamo vicini . Sicuramente con un processo un po’ forse più vigile con sistemi di ingressi e chiusure anche in ambito di piazze forse con controlli in maniera severa magari non si sarebbe arrivati a tanto . Il fatto di stare all aperto non costituisce lascito di controlli adeguati in fase molto severa . Ma il mondo è malvagio .La stimo perché mamma donna tenga duro e non si costruisca dolori che non le appartengono non è stata colpa sua. Le siamo vicini grazie per ciò che ogni giorno a deciso di fare per noi .